Suona lotto. Perché il suono è la guida che ci conduce per mano, perché otto è il numero del municipio di Roma dove il laboratorio ha sede, e perché il lotto è il complesso di case tipiche del quartiere Garbatella, dove ha sede il piccolo porto sicuro che ci accoglie, il centro di aggregazione L’Approdo.

Nella primavera del 2025 ha inizio questa avventura. Un gruppo di ragazzi e ragazze ogni settimana si incontra, è una redazione curiosa, che si muove per il territorio con le orecchie ben tese, che incontra persone, raccoglie storie. In uno dei nostri confronti una persona che stavamo intervistando ci ha detto una frase che ci fa da guida: noi non siamo cittadini di una città, siamo cittadini del mondo

“Non basteranno la paura della catastrofe ecologica o i primi infarti e collassi della nostra civiltà (da Cernobyl alle alghe dell'Adriatico, dal clima impazzito agli spandimenti di petrolio sui mari) a convincerci a cambiare strada. Ci vorrà una spinta positiva, più simile a quella che ti fece cercare una vita e un senso diverso e più alto da quello della tua precedente esistenza di forza e di gloria”

Lettera a San Cristoforo, Alexander Langer

AUTUNNO 2025

Ci si muove volando. Si mangia solo pizza, rigorosamente senza ananas. Si va a scuola solo tre ore al giorno, e il venerdì no. A scuola non ci si va proprio, tanto si nasce già imparati. Durante le ore di matematica, è obbligatorio dormire. Sono vietate le parolacce. Puoi mangiare quel che vuoi senza mal di pancia e senza ingrassare. Gli ospedali sono solo per gli anziani. Si venerano piante e animali sacri. Si fanno tutti i tipi di sport senza pagare nulla. Anzi, i soldi proprio non esistono, al massimo si scambiano delle foglie. Sono le regole di Treeville e di Hello City, le città fondate da Suona l’otto.

Ma che ne pensano i cittadini delle regole di Treeville e Hello City? Ecco qui il risultato della nostra indagine

Uniti dalla pizza margherita. La musica? Giapponese e KPop. I fratelli e le sorelle è bene averli sono se solo simpatici. Il latte d’avena non è buono. Il nostro gruppo inizia a conoscerci, troviamo convergenze e divergenze prima di andare alla ricerca di un senso più alto… forse :)

Siamo dei turisti. Anzi no, dei gatti. Anzi no, dei gatti turisti. Giriamo per il quartiere che pensiamo di conoscere con questa nuova consapevolezza: orecchie ben tese come un felino e occhi curiosi come un forestiero. Così giungiamo nei lotti, e tra un topo che scappa tra le aiuole e un cane con la raucedine, registriamo i suoni che ci sorprendono.

PRIMAVERA 2025

Nell’incontro del 25 giugno, l’ultimo prima della pausa estiva, abbiamo chiacchierato con Arash. Classe 1982, iraniano, laureato in letteratura francese, appassionato di autori russi, Arash a Teheran era un libraio. Da oltre dieci anni vive in Italia e per mantenersi consegna cibo a domicilio. Tra Messi e Ronaldo, preferisce Maradona, tra mare e montagna sceglie la montagna, quando era ragazzo sognava di fare l’interprete, ama viaggiare e giocare a scacchi. Qui l’intervista realizzata

Corre l’anno 3025. C’è un mondo di sopra, dove è stato eliminato il buio, e un mondo di sotto, dove non esiste il tempo. Sono secoli che i due mondi non riescono a parlarsi, finalmente però arriva una radio speciale, e i due mondi si mettono in contatto….

Ci sentiamo sicuri quando le finestre delle case sono illuminate, quando le strade sono vive, quando non incontriamo persone “strane”. Che significa “strano”, allora ho chiesto. Mmm… strano significa mal vestito, sporco, che non capisco. E allora, proviamo a capire di più questo mondo delle persone strane e lo facciamo con Maaty, un giornalista egiziano che insieme a Mama Termini ogni domenica organizza un incontro alla stazione Termini. Non si tratta solo di un momento di distribuzione di cibo e vestiti, ma anche di un appuntamento per chiacchierare, confrontarsi, ridere e scherzare. Al nostro incontro ha partecipato anche Adriano, un abitante di Garbatella che da qualche tempo a messo su un’associazione per offrire un supporto particolare alle persone senza fissa dimora.

Al nostro quinto incontro, ci siamo sperimentati con una vera diretta radiofonica. Ci ha ospitati sulle sue frequenze Radio Perepepè, che non smetteremo mai di ringraziare. Piero Tacconi, tra i fondatori di Radio Perepepè, è venuto a L’Approdo con la sua cassetta degli attrezzi e ha acceso i nostri microfoni. Avevamo un’ospite, Lucia Di Cicco, che ha risposto generosamente alle tante domande della redazione e ha ascoltato con attenzione i vari contributi sonori che avevamo registrato negli incontri precedenti. Abbiamo chiacchierato, ci siamo confrontati, abbiamo trasmesso musica e parole! Il risultato si ascolta da qui:

Quello che vogliamo registrare, osservare, fare nostro, non è tanto il risultato finale (che ci rende comunque tanto felici), ma sempre il processo, il percorso che abbiamo costruito per arrivarci. E allora, ecco. Qui ve lo raccontiamo passo passo.

Il primo giorno ci siamo chiesti: cosa ci piacerebbe ci fosse nelle strade che attraversiamo ogni giorno? E cosa invece non vorremmo ci fosse?

Un sasso che colpisce un tombino, le foglie al vento, la resistenza di un frigorifero, lo sbattere di uno sportello, il piede in una pozzanghera fangosa. Abbiamo provato a attraversare il paesaggio con le orecchie ben aperte, a caccia di suoni aspri, appuntiti, azzurri, pesanti, puzzolenti….

Le erbacce, i marciapiedi, gli ospedali, queste sono le cose da cambiare. Tuttavia rimane un bel quartiere, che crea comunità… Ecco qui cosa ne pensano le persone incontrate per le strade di Garbatella

L’intervista è un dialogo, un esercizio di ascolto, un guardarsi l’un l’altro, una danza o forse un incontro di box. Ci siamo scaldati intervistandoci tra noi. Per divertirci, per conoscerci un pò meglio, per scambiarci messaggi . Poi abbiamo proseguito invitando delle persone a farsi intervistare, in particolare abbiamo parlato con Remo, Maurizio e Armando, che quando erano ragazzi frequentavano Garbatella.Ci hanno raccontato di com’era il quartiere negli anni ‘70, hanno ripercorso la storia del loro amico Piero Bruno, ci hanno parlato di comunità, sicurezza, politica