OTTANTA ANNI DOPO

Un laboratorio radiofonico sul tema della guerra, la Resistenza, la Liberazione, realizzato tra marzo e aprile 2025

Ottanta anni dopo, cosa rimane di quei suoni, quelle parole, quelle emozioni, quegli ideali, quei sentimenti che hanno animato il 25 aprile 1945? Che impronta lasciano quegli avvenimenti nei corpi e nelle idee dei ragazzi e delle ragazze che quella storia la stanno studiando sui libri? Come entrare in quelle vicende ora che i testimoni diretti sono sempre di meno? Se lo è chiesto una classe di terza media della scuola Principe di Piemonte, grazie alle sollecitazioni della professoressa Alessia Barbagli. Abbiamo provato ad esplorare quel momento così cruciale della storia d’Italia attraverso il mezzo radiofonico. Abbiamo ascoltato a lungo, abbiamo imparato, abbiamo ragionato, infine abbiamo interpretato. Quello che è venuto fuori è un radiodramma, dal titolo Ottanta anni dopo. Qui si ascolta il risultato finale (preferiremmo in cuffia), tuttavia quel che più importante è il processo che ci ha portato a realizzare questo esperimento sonoro, e quello lo potete ripercorrere scorrendo questa pagina. Buon ascolto!

Prima di tutto ci siamo allenati ad ascoltare. Ascoltarci tra di noi. Ci siamo raccontati, di quella volta per esempio in cui ci siamo nascosti, perché in fuga da qualcuno o qualcosa, per gioco o per timore.

Ci siamo anche raccontati un pò delle nostre vite, il quotidiano, le nostre famiglie, le nostre passioni…

Dentro ogni cestino, dietro ogni oggetto, una vita. Per conoscere la staffetta Luciana Romoli, sfogliamo un’intervista rilasciata a Alessandro Portelli e conservata negli archivi del Circolo Gianni Bosio, tocchiamo il ferro di una manciata di chiodi (non sono quelli a quattro punte, ma è come se lo fossero!). Nel cestino del giovane Orlando Orlandi Posti, i suoi biglietti scritti all’amata Marcella e all’adorata mamma; quelli originali, che dalla prigione di via Tasso hanno raggiunto la sua famiglia nascosti nel colletto di una camicia, sono conservati nell’Archivio dei diari di Pieve Santo Stefano. Nel cesto del compagno Alberto Pallone, troviamo documenti e lettere oggi custoditi all’Archivio di Stato, tasselli che ricostruiscono la vita rocambolesca di questo uomo straordinario, una storia che attraversa le due guerre mondiali e la guerra civile spagnola… tra le carte spicca un biglietto di una nave, che dall’Italia porta in America.

Di quegli archivi, ci sono parole che hanno colpito subito… eccole

Abbiamo ripercorso le storie di vita di Orlando Orlandi Posti attraverso le parole di una sua nipote, Simona Orlandi Posti, che ha scoperto di avere uno zio trucidato alle Fosse Ardeatine il giorno precedente alla sua prima visita al mausoleo. Era una giovane studente e si preparava a fare una gita con la scuola, quando il padre le ha detto che scorrendo i nomi sulla targa d’ottone avrebbe trovato quello di un suo parente

Ad aiutarci a orientarci nella rocambolesca vita di Alberto Pallone, fatta di trincee, migrazioni, confino, è stato Lorenzo Teodonio, appassionato di storia della Resistenza e tra i primi a mettere mano ai documenti di Alberto oggi custoditi all’Archivio Centrale di Stato