I nuovi cittadini

Scuole popolari di ieri e di oggi

 

“Si pensa la scuola come il dentro e la strada come il fuori [...] se però dentro la scuola si accolgono veramente ragazzi, e se quando a scuola non vengono si va nel loro fuori a prenderli per mano allora si scoprono molte cose, e si può arrivare ad un rovesciamento della prospettiva”.

Carla Melazzini

Autori: Marzia Coronati
Produzione: Radio Rai Tre
Anno: 2017

Era il 1968 quando Roberto Sardelli si trasferiva tra i baraccati dell'Acquadotto Felice, nella periferia est di Roma. Lì, sistemava una baracca e le dava un nome: "Scuola 725". Fu da subito un successo, alle lezioni prendevano parte i bambini e i ragazzi dell'insediamento spontaneo sorto tra gli archi dell'acquedotto romano: migranti provenienti dal centro e sud Italia esclusi o emarginati dalla scuola pubblica.

Negli stessi anni in tutta Italia sorgevano spontaneamente decine di  "scuole popolari", esperienze animate da uomini e donne che costruivano alternative lì dove l'offerta educativa latitava o era del tutto assente, con l'obiettivo di non sostituirsi alla scuola pubblica, ma di affiancarla fino a quando non fosse stata in grado di integrare gli esclusi.

 Oggi, a mezzo secolo dalla nascita delle prime scuole popolari, rinascono o proseguono offerte di formazione ed educazione pronte ad accogliere gli studenti lasciati ai margini del percorso formativo ordinario.  


In collaborazione con: "Cantiere della Memoria", nell'ambito del progetto europeo Alter Cities cofinanziato dal programma Creative Europe: un progetto di TiconZero, ideato e curato da Giulia Fiocca, Maria Morhart e Fernanda Pessolano.

Con le voci di: Fernanda Pessolano; i ragazzi e le ragazze del liceo scientifico statale Federigo Enriques; Roberto Sardelli; Carla Camilli; Remo Marconi; Luciano Villani; Cesare Moreno, Daphne Bollini, Valeria Lucatello; gli studenti della scuola popolare Piero Bruno; Amedeo, della Rete Scuole Popolari di Roma; Michele, Andrea e Maurizio, insegnanti della scuola popolare del Tufello