Autunno 1970. Un gruppo di studiosi del Museo dell’Istituto di Geologia e di Paleontologia dell’Università La Sapienza sta portando avanti uno scavo lungo la via Flaminia, al km 8.2. Ed ecco che a un tratto, spunta su una parete verticale una impronta a forma di otto. Ai più non direbbe assolutamente nulla, ma loro capiscono sin da subito di trovarsi di fronte a una grande scoperta. Grande nel vero senso della parola! Quei due buchi sono le zanne di un mammuthus, insomma, dell’elefante peloso, che è stato possibile datare a oltre quattrocentomila anni or sono. Nei mesi successivi si rinveranno altri animali in zona, in particolare un altro mammuth e un cervo. Di questa storia mi hanno parlato due esperti, Raffaele Sardella, che mi ha fatto vedere le zanne conservate all’università, e Carmelo Petronio, che quel giorno del ritrovamento si trovava proprio lì.
Ho raccolto questa e altre storie più o meno antiche che si muovono intorno al fiume Tevere, fino ad arrivare al mare. Anche lì vicino, negli anni ‘30 del secolo scorso, è stato ritrovato un bestione, era un elefante, ed era molto più giovane del suo parente lungo la Flaminia.
Potete ascoltare le tante storie raccolte seguendo il percorso su Loquis